IL PROBLEM SOLVING NELLA RICERCA PERSONE

Spesso mi imbatto in diversità’ di vedute su questo argomento.

Quando mi chiedono come lavora il mio cane, rispondo che mi fido di lui e che gli do il tempo necessario per farmi capire se ha percepito qualcosa e di conseguenza non applicare inizialmente nessuna tattica di intervento in zona e fidarmi di lui.

Mi sento rispondere “ma all’esame vogliono che gli faccio vedere come batto la zona, che seguo quello che ho dichiarato, ecc…”

Se siete preparati , sapete usare i sistemi gps e la carta, se avete esaminato la zona della ricerca prima di partire, saprete in qualsiasi momento dove vi trovate all’interno dell’area, e guarderete il gps o la carta solo se necessario, non lo avrete sempre in mano come se cercate funghi!

E’sicuramente corretto avere una cane che segue le nostre direttive, come e’ sicuramente corretto, se si decide di partecipare ad un brevetto/esame che prevede di seguire un regolamento, prepararsi per quello, ma l’addestramento,le simulazioni reali e gli interventi sono diversi.

L’importanza della conoscenza del vostro cane parte dal guardare lui e non il GPS o la carta ogni tre secondi, bisogna conoscere le modalità di lavoro del nostro cane, conoscere le caratteristiche di razza, avere FEELING con lui e conoscere a memoria ogni suo movimento impercettibile del naso, della coda, degli occhi e aggiungo le modalità di gestione del respiro.

E se c’è un secondo figurante?

In qualsiasi momento della ricerca possiamo definire o ri-definire la tattica di intervento.

Consideriamo anche che durante la ricerca puo’ esserci la necessità di un cambio di tattica in qualsiasi momento dovuto a opportunità o problematiche.
Non dimentichiamo che siamo noi un ausilio a lui di più di quanto lo è lui per noi!

Se il cane e’ preparato, lo sente, lo trova e segnala: a questo non ci sono scuse!

Se ci troviamo nella posizione di giudicare, riusciamo a imporre la nostra valutazione sulla velocità di risoluzione a discapito di un punteggio della gestione della zona?

La gestione della zona ci serve per capire il livello di preparazione del conduttore, non del cane: il cane deve “disobbedire”ad un “comando direzionale” e andare dritto a segnalare la persona!!! E questo non è un cane “out of control”, ma un cane solido, costruito per quello che stiamo facendo.

Mi piacciono i cani “lunghi”? SI
Mi piace correre quando sento abbaiare il cane a 300 metri? SI
Ma non aspetto di vedere a cosa abbaia, alzo la mano! Punto!…se lo avete costruito in maniera corretta, se avete provato, sbagliato e studiato le sessioni di formazione, fidatevi del cane!

Mi piace trovare veloce, non in fretta!

Veloce potrebbe significare avere a disposizione qualche istante in più per soccorrere, perché si, lavoriamo per trovare, ma dobbiamo essere in grado di soccorrere…perché a furia di seguire il regolamento, il cane quando sente il “bip” della radio, sa che è finita prima di noi.